5 de mayo de 2007

INGHILFREDI, rimator della scuola siciliana



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Canzone di Maggio


Audite forte cosa che m'avene:
Eo vivo in pene stando in allegranza,
Saccio ch'io amo e sono amato bene
Da quella che mi tene in disïanza.
Da lei nïente vogliomi celare:
Lo mëo tormentare
Como pien è dicresce,
E vivo in foco como salamandra.

Sua caunoscenza e lo dolze parlare
E le belleze e l'amoroso viso,
Di ciò pensando fami travagliare.
Iesù Cristo ideolla in paradiso
E, poi la fece angelo incarnata,
Tanto di lei mi 'mbardo,
Che mi consumo e ardo,
E rinovello com' fenice face.

L'omo selvagio à 'n sè cotal natura,
Che piange quando vede il tempo chiaro,
Però che la tempesta lo spaura:
Simile a me lo dolce torna amaro.
Ma sono amato da lei senza inganno;
A ciò mia mente mira,
Sì mi solleva d'ira,
Come la tigra lo speglio isguardando.

Gioia agio presa di giglio novello,
Sì alta che sormonta ogne ricchezza:
Donòmi senza noia lo più bello;
Per tanto non si bassa sua grandezza.
A la mia vita mai non partiragio;
Sua dottrina m'afrena,
Così mi scorge e allena
Come pantera le bestie salvage.

Pogna ben cura chi ama di bon core,
Per sofferir non perda malamente.
Luntanamente m'à tirato Amore,
Per cu' il maggio o ditto presente.
Lo sofferir m'à condutto a bon porto:
Lo meo lavor non smonta,
Ma nasce estolle e monta
E spina e fiore e grano lo conforto.



Canción de mayo

Escucha el duro paso en que me hallo,
En penas vivo holgando de alegrías,
Sé que amo y que me ama sin desmayo
Quien me tiene por centro de sus días.
No pretendo celarla nada mío:
Si mi dolor vacío
Entonces más se acrece,
Y vivo en fuego como salamandra.

Su dulce ciencia y su palabra suave
Y la belleza y el cabello liso
Por ellos mi pensar se torna grave.
Jesucristo ideóla en paraíso,
Y después la hizo un ángel encarnada.
En ella tanto guardo
Que me consumo y ardo
Y me renuevo como el fénix hace.

El salvaje posee tal natura
Que al ver el cielo despejado llora
Y se aquieta del viento y su bravura.
Así en noche yo torno cada aurora.
Mas soy amado por ella sin engaño:
Cuando esto mi alma mira
Al instante huye su ira
Como tigresa un espejo observando.

Con gusto he gozado de un lirio bello,
Tan alto que excede toda riqueza,
Lo más querido dióme con ello,
Sin rebajar un punto su grandeza.
Ella jamás dejará mi hospedaje.
Su saber me sostiene,
Me persigue y retiene
Como pantera a bestïa salvaje.

Quien a bien ama ponga buen cuidado,
Por sufrir no se pierda malamente.
Largamente el amor me ha arrastrado,
Por él a mayo he cantado fielmente.
Mas el dolor me ha traído a buen puerto,
Y a su lado me lleva,
Mientras sube y se eleva
Y espinas, flores y granos da en mi huerto.

1 comentario:

Nigredo dijo...

Caro Enrique:

Grazie mille per darmi a conoscere questo meraviglioso poema da Inghilfredi. Il suo nome mi sembraba conosciuto, ma non sono sicuro, credo di avere letto qualche testo di lui nella Antologia della Poesia Italiana dal Colinas.

In ogni caso, bellissima traduzione e bellissimo poema, sopra tutto due versi che mi piaciono un sacco: "E vivo in fuoco como salamandra" e "Como la tigra lo speglio guardando". Il fatto che la belva per cui il nostro Borges sentiva tantissimo affetto sia femenile in toscano la fa ancora piu seducente, e inoltre puo dirsi che dietro l´immagine c´é una ragazza italiana, non c´é dubbio...
Adesso leggo alcune cose italiane: gli canti orfici di Campana e i giornali di Pavese; il primo pure deludente, come i paesaggi di Chirico fatti in verso (má io, di Chirico me ne frego.

Niente a vedere con Rimbaud con il cuale é messo a parangone tantissime volte. Pavese é diverso, m´avanzo lemme lemme, vedremo dopo...

Grazie ancora,

ti abraccia il tuo amico

Jose Luigi